In data 19/05/2025 si è nuovamente riunito il Gruppo di Lavoro di ITACARE-P sulle SDO-R per capire, dopo più di un anno da quando è partita la sperimentazione, se ci siano novità concrete o cambiamenti all’orizzonte.
Il quesito più importante è: la sperimentazione è stata conclusa o è ancora in corso? Fino a quando?
La sperimentazione in realtà è ancora in corso e, poiché le Regioni procedono in ordine sparso, sembra che tale sperimentazione proseguirà sicuramente per tutto il 2025 e forse anche nel 2026.
La finalità delle SDO-R, lo ricordiamo, è quella di assurgere a strumento per il calcolo della remunerazione dei DRG a livello regionale. Tutto questo andrà a configurare il nuovo sistema di rimborso per le riabilitazioni, come anticipato nei documenti ministeriali del 2021, classificando le degenze per riabilitazione in cod. 56A, 56B, 56C dalla degenza a maggior complessità a quella a minor complessità.
Al momento emerge con chiarezza che nessuno è in grado di dire, oggi, quali saranno i criteri che permetteranno realmente di tradurre le “SDO-R” in complessità A, B o C. Nei documenti ministeriali del 2021 è presente l’allegato 1, dal quale per comodità sono stati estrapolati i codici di maggiore interesse per i pazienti in riabilitazione cardiologica, che ci dà un’idea di quali codici di diagnosi e procedure possono far configurare un paziente come A, B o C.
La sperimentazione delle SDO-R in ogni caso, come detto, è tuttora in corso e dovremo attendere ancora per avere risposte più precise.
Se i criteri di classificazione della complessità dei ricoveri rimarranno quelli anticipati nel 2021, ricordiamo che nella compilazione di RCS-E, le categorie N3 e M3 andranno a configurare la maggiore complessità e quindi un ricovero di tipo 56A.
Un’idea emersa al termine della riunione è quella di ipotizzare la creazione di un grouper di ITACARE-P che possa essere usato come simulatore per calcolare l’allocazione di ciascun ricovero, dopo aver compilato la SDO-R, nelle categorie A, B o C. Questa potrà essere una buona idea di lavoro, tuttavia al momento non conosciamo i criteri esatti di calcolo della complessità e quindi siamo comunque costretti ad attendere future comunicazioni ministeriali e regionali.