Sì. Molti pazienti evitano la riabilitazione perché si sentono “guariti”, ma è un errore comune. Sentirsi bene non significa che il cuore sia completamente stabile. Alcune condizioni possono peggiorare silenziosamente e solo con il movimento controllato si può valutare davvero la risposta del cuore.
Inoltre, la riabilitazione non è solo per chi ha avuto sintomi: serve anche a prevenire problemi futuri, a imparare come gestire i fattori di rischio e a consolidare uno stile di vita sano.
Anche chi ha avuto un infarto lieve, una fibrillazione atriale ben controllata o uno scompenso compensato può trarre vantaggio dal percorso, a patto che sia prescritto e monitorato da un cardiologo.