Differenze tra infarto e angina
L’infarto miocardico e l’angina pectoris sono due condizioni legate al cuore che spesso vengono confuse, ma che hanno caratteristiche e significati clinici diversi.
L’infarto miocardico e l’angina pectoris sono due condizioni legate al cuore che spesso vengono confuse, ma che hanno caratteristiche e significati clinici diversi.
I sintomi dell’infarto non sono sempre uguali per tutti. I segnali più comuni includono:
L’infarto silenzioso è un infarto che avviene senza i sintomi tipici o con segnali talmente lievi da non essere riconosciuti. Può accadere soprattutto nei pazienti diabetici, negli anziani o in persone che non associano sintomi lievi al cuore.
Superato l’evento acuto, inizia un percorso importante: quello della riabilitazione e prevenzione secondaria. Dopo un infarto, il cuore può aver subito un danno, ma con il giusto supporto medico e uno stile di vita corretto è possibile tornare a una vita attiva e serena.
Chi ha avuto un infarto ha un rischio maggiore di eventi successivi. Per questo, la prevenzione dopo un infarto è fondamentale e si basa su tre pilastri:
Dopo un infarto o una crisi di angina, lo stile di vita gioca un ruolo chiave. Non si tratta di cambiare tutto all’improvviso, ma di inserire buone abitudini, un passo alla volta.
Lo scompenso cardiaco è una condizione in cui il cuore non riesce a pompare il sangue in modo efficace per soddisfare le necessità dell’organismo. Questo non significa che il cuore “si ferma”, ma che lavora con minore efficienza, e può farlo sia a riposo che sotto sforzo.
Chi convive con lo scompenso cardiaco deve imparare a riconoscere i segnali che indicano un possibile peggioramento, così da agire tempestivamente insieme al proprio medico.
Nei pazienti con scompenso cardiaco, monitorare il peso ogni giorno è uno strumento semplice ma molto efficace per controllare la situazione. Un aumento rapido di peso, anche senza variazioni nella dieta, può indicare un accumulo di liquidi nel corpo, segno che il cuore sta facendo fatica a pompare.
Oltre al peso, anche altri semplici controlli a casa possono aiutare a gestire meglio lo scompenso. Tra questi:
Molte persone con scompenso pensano di dover evitare qualsiasi sforzo, ma non è così. Il riposo è importante durante le fasi acute o nei momenti di stanchezza marcata, ma nel lungo periodo è essenziale mantenersi attivi, nei limiti della propria condizione.
In caso di scompenso cardiaco, l’alimentazione deve essere equilibrata e controllata, con un’attenzione particolare al sale e all’assunzione di liquidi.
La fibrillazione atriale (FA) è un’aritmia: una condizione in cui il cuore non batte in modo regolare, ma presenta un ritmo disordinato e spesso accelerato. Si tratta della forma più comune di aritmia persistente e può essere parossistica (a episodi), persistente o permanente.
Uno dei segni più comuni della fibrillazione atriale è la percezione di un battito irregolare. Alcune persone lo descrivono come “un tamburo nel petto”, altre come una sensazione di “saltare dei battiti” o “farfalle nel torace”. In altri casi, non si avverte nulla e la diagnosi arriva durante un controllo.
La fibrillazione atriale, se non trattata correttamente, può aumentare il rischio di complicazioni importanti, la più grave delle quali è l’ictus ischemico. Quando il cuore non pompa in modo regolare, si possono formare coaguli di sangue all’interno degli atri, che possono viaggiare verso il cervello.
La diagnosi di fibrillazione atriale viene effettuata attraverso un elettrocardiogramma (ECG), che registra l’attività elettrica del cuore. Se i sintomi sono intermittenti, può essere utile un Holter ECG (monitoraggio continuo per 24-48 ore o più) o un Loop Recorder nei casi più complessi.
In presenza di fibrillazione atriale, l’attività fisica non va esclusa, ma deve essere scelta con attenzione. Il movimento controllato, regolare e moderato può aiutare:
Ci sono situazioni in cui una persona con fibrillazione atriale deve contattare immediatamente il medico o recarsi al pronto soccorso. È il caso, ad esempio, se:
Le cardiomiopatie sono un gruppo di malattie che colpiscono il muscolo del cuore (miocardio), modificandone forma, spessore o funzione. A differenza di altre patologie cardiache che riguardano arterie o valvole, le cardiomiopatie interessano direttamente la struttura del cuore.
I sintomi delle cardiomiopatie possono essere lievi o assenti a lungo, ma con il tempo si possono manifestare:
La diagnosi delle cardiomiopatie richiede esami strumentali precisi, tra cui:
Alcune cardiomiopatie hanno una componente genetica, cioè possono essere trasmesse in famiglia. In questi casi, anche parenti senza sintomi possono avere alterazioni strutturali o funzionali del cuore che è bene scoprire precocemente.
Una diagnosi di cardiomiopatia può generare paura o incertezza, ma oggi è possibile convivere bene con questa condizione, grazie ai progressi nella diagnosi, nelle terapie e nei programmi di riabilitazione.
Convivere con una cardiomiopatia non riguarda solo il paziente, ma anche chi gli sta vicino. Famiglia e caregiver svolgono un ruolo importante nel riconoscere i segnali, sostenere le scelte di salute e accompagnare nel percorso di cura.